Smart Working

Smart Working

1 febbraio 2019

Social Unit News

Smart Working: dal controllo alla fiducia, la vera rivoluzione nel mondo del lavoro.

Attuiamo progetti di Smart Working presso le aziende che intendono introdurre questa nuova modalità di lavoro, attraverso un percorso che ne copre i bisogni dalla A alla Z.

 

Immaginare percorsi per costruire aziende che lavorino in modo “smart”? Imprese che siano in grado di far fronte ai cambiamenti portati non solo dalla tecnologia ma anche dalla necessità di ottimizzare le risorse umane ed economiche, con un impatto anche molto importante sulla sostenibilità ambientale?

Una sfida per un’azienda contemporanea. Una sfida per le istituzioni. Una sfida per tutte e per tutti.

Intraprendere una strada verso lo Smart Working significa diventare “agili” nel lavorare. Per poterlo fare bisogna partire dalle persone.

Una persona che ha autostima, capacità di organizzare il proprio tempo, che comprende l’impatto delle proprie azioni sugli altri può lavorare in “smart”. Si tratta di costruire una nuova cultura del lavoro per formare persone autonome e allo stesso tempo “social”, che comprendano in maniera evidente come ogni azione compiuta abbia un effetto sugli altri, come ogni azione generi una reazione inevitabile, a partire dal semplice atto di respirare.

Si tratta di preparare persone che sappiano apprezzare il tempo produttivo al di fuori del contesto aziendale e del “luogo fisico a tutti i costi”: inizialmente può essere complicato, perchè si è abituati diversamente, con un contesto, con un tempo scandito da una ritualità quotidiana che dà un senso alle giornate, una dimensione collettiva che favorisce il confronto.

Il confronto, nello Smart Working, non si perde, ma diventa virtuale, diventa una chat, un forum, una call su Skype... il lavoro cambia connotazione. Apprezzarne il bello diventa un percorso che deve essere guidato attraverso una sperimentazione graduale, perché è un cambiamento che può creare disorientamento, crisi, spiazzamento, depressione, incapacità di raggiungere gli obiettivi..

L’impatto dello Smart Working sul vissuto dell’ambiente “casa” è molto forte: il vissuto si stravolge, la casa non è più punto di partenza alla mattina oppure desiderio di ritornarvi alla sera, l’oasi, il punto di approdo, il luogo proprio... nel luogo proprio entra un estraneo.

La modifica degli spazi è un’altra componente importante di cambiamento: si deve trovare un’area che diventi dedicata al lavoro. E l’impatto sul mood delle persone, soprattutto per il genere femminile over 40, è molto forte: “Non posso più lasciare la mia casa in ordine... uscire alla mattina con tutto a posto e rientravi alla sera.”

Per persone più giovani e per i Millennials è probabilmente più semplice vivere lo spazio casa anche come spazio di lavoro, in linea di continuità con quello che è stato fino a poco prima il luogo dello studio. Inoltre, abituati ad utilizzare la tecnologia per comunicare, confrontarsi e vivere in generale, per loro è probabilmente più semplice e magari anche un desiderata.

 I colleghi diventano virtuali, ma ci si può dedicare ad una dimensione più home, family, housing... così come la scrivania diventa desktop, tavolo della cucina o del soggiorno, diventa giardino, parco, coffee & work space.

In tutto questo diventa fondamentale potenziare alcune soft skill, fra le quali autostima e fiducia in sé, gestione del cambiamento, time management, valore dell’autonomia, essere imprenditori di sé stessi/e, organizzazione del lavoro, potenziamento delle capacità progettuali.

E poi il tema della tecnologia: l’azienda che decide per lo Smart Working è consapevole che si debba apportare un adeguamento dei propri strumenti di lavoro da remoto: cambiano le azioni ma cambia anche il linguaggio: piattaforma ad hoc, lavoro su cloud, content sharing, social work, desk research… notebook, tablet, smartphone, wi-fi e altri device.

E poi il lavoro “agile”, che diventa welfare aziendale praticabile, e forte impatto nella conciliazione fra lavoro e vita privata, non solo per le donne. Ora inoltre, da maggio 2017, esiste una legge (seppur perfettibile) che tutela l’attuazione del lavoro “agile” e “smart”, nei rapporti tra lavoratore e datore di lavoro.

Cambiano le azioni, il linguaggio e l’approccio alla formazione del futuro Smart Worker.

Sì, è proprio una rivoluzione. La rivoluzione della fiducia al centro.

 

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